Piramide Vincent - Un 4000 meritato

Piramide Vincent - Un 4000 meritato

È agosto, siamo di ritorno da una settimana a Ceuse, ci intrufoliamo in un campeggio italiano durante il ritorno per farci una doccia calda dopo tutte quelle fredde fatte a piedi dell'immensa falesia.

Abbiamo scalato a sufficienza e la necessità di spazi più grandi dove riempire i polmoni e svuotare la mente ci guida verso il monte Rosa.

Non siamo ne acclimatati e nemmeno troppo in forma, l'unica attività aerobica dell'ultimo periodo sono stati gli avvicinamenti alla falesia tuttavia il monte Rosa è proprio di strada tra Ceuse e le Dolomiti, così cambiamo le scarpette con gli scarponi da alta montagna e carichi di zaino compriamo i biglietti della funivia.

La prima corsa da Gressoney ci fa salire velocissimi a punta Indren a oltre 3000 metri di quota, da lì ci guardiamo un po’ intorno, non abbiamo ancora una meta precisa, la zona la conosco e so che in giornata si possono fare diverse escursioni sul ghiacciaio.

Per ora il nostro unico obiettivo è raggiungere il rifugio Mantova dove bere un bel caffè, poi vedremo il da farsi.

Con la mente più lucida e la caffeina in circolo ci incamminiamo verso il colle del Lys, passaggio obbligato per le numerose cime che abbracciano il ghiacciaio.

Come immaginavo ci sono tantissime cordate, ci mettiamo in coda tranquilli e iniziamo a goderci il panorama.

La traccia è sicura, i crepacci sono ancora ben coperti e la visibilità è ottima. In questo contesto preferisco tenere Francesca legata vicino a me così di tanto in tanto possiamo scambiare qualche parola e soprattutto posso leggere la soddisfazione che, ad ogni passo, i suoi occhi non possono trattenere.

Giunti al colle il vento soffia fortissimo e raggiungere la Piramide Vincent, pare la cosa più sensata. C'è un sole accecante che ci costringe a metterci la crema, si vede la cima che come sempre negli ambienti innevati sembra a pochi passi, prestiamo attenzione ai numerosi crepacci, ci fermiamo a rifiatare e a bere poco ma spesso per evitare il più possibile di sentire la quota.



Essendo agosto c'è parecchia gente che decide di affrontare queste magnifiche cime, penso all'emozione che ognuno di loro proverà raggiungendo la vetta, la stessa sensazione che provo anch' io ogni volta che arrivo in cima, la montagna ha la capacità di farci dimenticare la fatica e trasformarla in gioia con la sua bellezza e mistero.

Francesca accusa la quota e anche un po’ di stanchezza, d'altronde sono dieci giorni che siamo in movimento tra una scalata e l'altra. Sta per arrendersi, ma io la convinco ad ogni curva a raggiungere la successiva! Curva dopo curva la voglia di raggiungere la cima della Piramide le toglie ogni dubbio, “voglio raggiungere la vetta” mi dice con il poco fiato che le rimane.

So benissimo cosa sta sentendo, conosco bene la sensazione di adrenalina che pervade il corpo quando la meta è vicina, di colpo la mente si libera del superfluo e lascia che il corpo si sfoghi erogando le ultime energie necessarie per la vetta.

Sbuchiamo sulla calotta sommitale e inizia una scena più che comica: Francesca mi dice che vuole scendere perché è stanca, nel mentre si siede dicendo che è troppo lunga quella salita per lei e che avevo sbagliato a proporle il monte Rosa. Io rido e incassando una bella sgridata continuo a ridere, siamo in cima e non se n'è nemmeno accorta!

Ad un certo punto mi indica due persone che, giustamente, si stanno facendo qualche foto e mi chiede cosa stiano facendo, le rispondo che sono in cima e stanno festeggiando. Di colpo si alza in piedi e mi dice: “anche io voglio andare li!”. Ridendo l'accompagno.



Ed eccoci così a 4215 mt! Vedere l'euforia di Francesca nel suo primo 4000 mi fa capire quanto mi renda felice e soddisfatto essere lì al suo fianco mentre realizza i suoi desideri, che in realtà sono anche i miei.

Giusto il tempo di qualche foto e rapidamente ci apprestiamo a scendere, il vento sta diventando insopportabile.

Prendiamo la funivia e arriviamo a Gressoney, prossima meta... Caneva World!

La salita alla Piramide Vincent è un 4000 semplice e accessibile a tutti, non ci sono difficoltà tecniche ma essendo comunque in ambiente glaciale e ad alta quota bisogna essere ben allenati e prestare molta attenzione legandosi in cordata all'inizio del ghiacciaio non slegandosi mai fino alla fine dell’escursione.



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